“La figlia della dea” di Giordana Gradara

"Una delle primissime osservazioni che mi viene spontaneo muovere a proposito de "La figlia della dea", riguarda il genere di appartenenza: più romanzo d'avventura che fantasy, la storia risulta infatti essere un mix ben bilanciato fra le due cose, sebbene gli elementi 'sovrannaturali', tipici del romanzo fantastico in senso stretto, siano relativamente pochi (abbiamo la magia, abbiamo le creature incantate, e abbiamo i pericolosi viaggi attraverso misteriose terre selvagge, ma tutti questi elementi, in fin dei conti, occupano un ruolo di scarso peso all'interno della trama...) Assolutamente fondamentale risulta invece la componente 'avventuresca': pirati, agguati, duelli, missioni impossibili, intrighi e un pizzico (ma niente più di un pizzico, davvero!) di romance contribuiscono a creare l'atmosfera ideale di quello che secondo me è, a tutti gli effetti, un romanzo d'intrattenimento davvero divertente e scorrevole, adatto a lettori di ogni età. Ho apprezzato molto anche il tentativo, da parte dell'autrice, di creare dei personaggi che non fossero meramente 'bi-dimensionali': e infatti fra le pagine di questo romanzo non troviamo nessun personaggio che possa essere definito come interamente buono o completamente cattivo (al contrario: quasi tutti sembrano agire solo e sempre nell'intento di perseguire un proprio tornaconto personale, squadrone dei "buoni" compreso... ), caratteristica che più di una volta serve a creare delle svolte nell'intreccio davvero particolari, inaspettate. Originale e interessante è anche la scelta di introdurre un cast di personaggi molto articolato, ciascuno dei quali arriva quasi ad assumere la stessa importanza nell'arco della narrazione, senza che si verifichi mai l'affermazione di un vero e proprio 'protagonista'. Un piccolo consiglio che mi permetto di dare all'autrice: occhio a focalizzazione e punti di vista! Il cambiamento repentino è giustificato dalla presenza "in scena" di numerosi personaggi, d'accordo, ma in alcuni passaggi il cambio è piuttosto brusco (e non segnalato dalla costruzione di alcun punto di riferimento evidente, quale ad esempio il paragrafo) cosa che rischia di provocare un effetto di lieve 'disorientamento' nel lettore, che si vede come costretto a sbalzare dalla mente di un personaggio all'altro, senza riuscire in questi momenti a 'sintonizzarsi' completamente con nessuno di questi... Per tirare le somme, prima che come al solito cominci a dilungarmi troppo, un libro che sono davvero felice di aver letto e che consiglio: piacevole, semplice, lineare, ma non scontato, mi ha fatto trascorrere delle bellissime ore di lettura felici e spensierate!



Simona Di Virgilio

La recensione acuisce la curiosità! E' proprio il tipo di romanzo che mi potrebbe prendere!