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"Il Burattinaio" di Francesco Barbi

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2011 12:32
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Recensione di Alessandro Iascy "Giugumenta"


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Un marasma fantasy da leggere ad occhi cavati!

Non mi capita spesso di esser triste per aver terminato la lettura di un romanzo. Ogni volta che finisco di leggere un libro penso tra me e me “bene, avanti il prossimo!” e inizio subito a leggerne un altro. Ci sono romanzi però che mi sono davvero entrati nel cuore e per me riuscire ad abbandonare il loro mondo e i loro personaggi alle volte è davvero difficile, quasi traumatico. Tutto ciò non mi capita spesso e questo è sintomo che le rare volte in cui succede è perché ho letto un romanzo che, secondo il mio parere e i miei gusti personali, è un vero capolavoro. Bene, ciò mi è sempre accaduto leggendo i romanzi da Francesco Barbi.

Già con L’Acchiapparatti l’autore toscano aveva dimostrato di avere certamente una fantasia fervida e un’originalità incredibile e sicuramente le mie aspettative nei confronti de Il Burattinaio erano altissime. Spesso però accade che quando le aspettative sono troppo alte la delusione è quasi sempre dietro l’angolo ma per fortuna Barbi non ha disatteso nessuna di esse scrivendo un romanzo che dimostra e conferma tutto ciò che di buono si dice nei suoi confronti.

Il Burattinaio è, in ordine cronologico degli eventi narrati, il seguito de L’Acchiapparatti. Ciononostante si tratta di un romanzo assolutamente godibile e comprensibile anche da chi non ha letto quest’ultimo in quanto l’autore riesce pagina dopo pagina a riepilogare quanto accaduto nel primo romanzo non lasciando al lettore alcun vuoto riguardo gli avvenimenti precedenti.

La storia inizia quattro anni dopo la morte del Boia di Giloc con una lettera inviata dal Consigliere della città, Melzo all’Arconte di Olm Assor. La missiva mette in guardia quest’ultimo su un possibile coinvolgimento di un altro personaggio, oltre al negromante Ar-Gular, nella misteriosa fuga del mostro e sulla possibilità che la minaccia di vendetta dello stregone su Olm non sia del tutto scongiurata. Assor allora decide di consultare l’Oracolo e i timori e le paure dell’Arconte vengono confermate anche dalle visioni del chiaroveggente che profetizzano l’imminente caduta del regno e quanto accaduto durante le vicende che portarono alla morte del Boia di Giloc. L’Arconte allora, in preda al panico, decide di inviare una vera e propria squadra di inquisitori della Luce, I Guardiani dell’Equilibrio: il Mignolo, l’Anulare, il Medio, il Pollice e l’Indice, alla ricerca della salma del mostro e soprattutto degli artefici di quanto avvenuto quattro anni prima. A capo dei Guardiani è L’Indice, un uomo senza scrupoli talmente ottenebrato dall’ossessione nei confronti della ricerca dei nemici della Luce da ricorrere alla tortura e alla violenza immotivata ad ogni minimo sospetto. Ovviamente la ricerca dell’Indice andrà a cadere sui protagonisti di quando accaduto ne “L’Acchiapparatti” che si ritrovano a riprendere la loro fuga interrotta con la morte del Boia di Giloc. Questa volta però il viaggio della compagnia di svitati sarà guidato da qualcuno che si servirà di loro per raggiungere i suoi scopi e che muoverà i fili legati ad ognuno di essi come se fosse un oscuro burattinaio…

Come nel romanzo precedente troviamo anche qui personaggi che vanno oltre ogni stereotipo a cui il fantasy ci ha abituato. Se ne L’Acchiapparatti regnavano i matti ne Il Burattinaio troviamo ogni tipo di emarginati. Protagonisti insoliti come nani (non quelli dell’immaginario fantastico, ma nani veri e propri), uomini-rospo, i deformi Malnati, orfani e girovaghi. Ad essi si uniscono il manipolo di folli che tanto abbiamo amato nel primo romanzo: Il ritardato gigante buono Orgo con la sua strana abitudine di esprimersi per proverbi, la prostituta Isotta, Gamara il cacciatore di taglie sfigurato, Guia la strega strabica, il piccolo orfano Steben e sua sorella Frida, divenuta ormai una donna e l’Acchiapparatti Zaccaria che nasconde in se un oscuro segreto…

Una storia dove non esistono i buoni e dove i cattivi riescono a farsi odiare davvero ma anche ad amare per il loro essere insoliti. Tirando le somme Il Burattinaio è un romanzo che non lascia un attimo di respiro in cui le vicende si intrecciano per poi sciogliersi in modo assolutamente inaspettato e sorprendente. Sino all’ultimo tutto resta in bilico e il finale lascia aperte tante porte riguardo ad un possibile seguito. I luoghi e ambientazioni oscure e ricche di fascino create da Barbi sono il teatrino migliore in cui gli strambi personaggi possano muoversi. Originalità, umorismo dal sapore oscuro, momenti di tensione e di emozioni forti, una trama sempre viva ed interpreti inediti sono uniti insieme come solo Francesco Barbi sa fare. E’ lui il vero burattinaio e questo romanzo è un marasma fantasy da leggere ad occhi cavati!



Alessandro Iascy




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