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“La Nave del Destino. Asia” di Marco Mazzanti

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2011 23:09
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05/11/2011 23:08
 
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Recensione di Lavinia Scolari



VOTO: [SM=p2504543] [SM=p2504543] [SM=p2504543] [SM=p2504543] [SM=p2504543]

Colori dell'animo che profumano e sanguinano

“All'approssimarsi dell'anno Mille, in un mondo in cui il confine tra leggenda e realtà va sempre più assottigliandosi, quattro uomini si contendono il proprio diritto alla felicità. Tre gemelli, simili d'aspetto ma opposti nel carattere, e un re, che crede di aver perso per sempre il suo unico amore, saranno costretti a incrociare le proprie strade. Ma il destino è in agguato e la presenza di Asia, la cui bellezza è così prepotente da renderla simile ad un essere ultraterreno, sconvolgerà i piani di ognuno portando a conseguenze inaspettate. Una saga vivace e pittoresca, tra romanzo e favola, polittico di esseri fatati e strampalati artisti circensi che vivono sullo sfondo di due generazioni e d'una leggenda, quella delle sirene. Tra Mar Mediterraneo e Ponto Eusino, dall'Ecumene ad Edwilanàm, universo nascosto e misterioso, la storia di Maris e di Asia e del loro amore.”

Il Romanzo di Mazzanti “La nave del destino. Asia” è una storia che si dipana sottilmente, che scorre come seta tra le vite dei suoi protagonisti, che si apre in diverse scatole cinesi, ognuna delle quali nasconde e rivela un’apertura misteriosa e inattesa. La storia è intrisa di diversità lucenti e magiche, diversità malinconiche e timide, di amori difficili, tormentati, sfuggevoli e insidiosi. Il tempo del racconto e l’ambientazione si mostrano, pur nell’ambito del fantastico, particolarmente curati e ricchi di particolari di pregio, che rivelano una fantasia consapevole, che strizza l’occhio alla storia. L’autore individua un tempo cronologico preciso, le soglie dell’anno mille, dove la paura del nuovo e del cambiamento, del numero e dei suoi simboli, si riflette nella superstizione e nel timore del segno che profetizza sciagura. Una cometa rossa, un incubo ricorrente, la stessa folgorante bellezza della sua protagonista. Il luogo è un caleidoscopio di luoghi della memoria storica e letteraria: antiche città greche, sapori e odori delle spezie orientali, e colori soprattutto. I colori sono un doppio linguaggio per Marco Mazzanti, sono parte strutturale e integrante della sua poetica, sono colori precisi, netti, tinte con nomi che richiamano alla mente non solo tonalità, ma anche idee e sensazioni. Sono colori del ricordo e dell’arte, cromatismi dell’animo che profumano e sanguinano. La prima parte del romanzo prepara il terreno all’ultimo filone della storia: presentimenti che scorrono silenziosi e tetri, amori forti, lutti, dolore. Poi il circo, emblema letterario e cinematografico di grande significato intimistico, pieno di mistero e di inquietudine, di non detti e di allusioni al riso amaro di chi piange nel cuore. E’ con il circo che si scontra Asia, la protagonista tra i protagonisti. Tutti i personaggi infatti, a turno, meritano e ottengono l’attenzione e la cura dell’autore, che li scandaglia nel profondo della loro psiche. In particolare, dolcemente tenue eppure profondo il ritratto di Lug, uno dei fratelli del circo, che nasconde un segreto così attuale nella sua problematizzazione: una forma di “diversità” che si risolve nella serenità dell’accettazione del sé e degli altri e nell’immagine della nave che accoglie e conduce in un mare di pace.

Il romanzo riscrive inoltre la figura mitica della sirena, che non è il tratto principale, ma aggiunge alla letteratura di genere un nuovo elemento niente affatto scontato, ma originale e fiabesco. Fiaba, mito, storia, romanzo dai sapori esotici, sogno, e un fantastico nuovo, sfuggente, a tratti duro e introspettivo, che lascia di certo la sensazione che questo giovanissimo autore abbia molto, moltissimo da regalare con la sua scrittura di colore e sentimento.



Lavinia Scolari
[Modificato da giugumenta 05/11/2011 23:09]




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